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Venezia, in mostra (di notte) i graffiti della preistoria

Venezia, in mostra (di notte) i graffiti della preistoria

I graffiti della preistoria fotografati da Domingo Milella, esposti in una suggestiva mostra a Palazzo Ligabue, sul Canal Grande. Di notte

Venezia. La mostra FUTUROREMOTO sui graffiti della preistoria promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue (evento esclusivamente serale con viste gratuite su prenotazione) è come se ci conducesse in una caverna: davanti a 10 opere dell’artista Domingo Milella esposte quasi tutte per la prima volta, ci si trova come sospesi nel tempo e nello spazio, avvolti nel buio. Immagini che giungono da un passato tanto remoto e profondo da sembrare futuro. Foto d’apertura: Lascaux IV, Diverticolo Assiale, Francia 2017.

Lo spazio e il tempo sospesi

Il ritorno all’essenziale, alla dimensione ancestrale delle origini, a un passato remoto fatto di oscurità e simboli; il ritorno alla necessità innata dell’uomo di esprimere anima, pensiero, paure, conoscenze senza sovrastrutture; di cogliere la luce nel buio.
È questa l’atmosfera evocata dalla Fondazione Giancarlo Ligabue nell’evento allestito a Venezia a Palazzo Erizzo Ligabue dal 18 al 27 aprile con l’esposizione di 10 fotografie dell’artista Domingo Milella (Bari, 1981) che da quasi un decennio svolge la sua ricerca creativa nelle Caverne preistoriche istoriate più importanti per la storia della specie umana.

Il futuro nel passato

Domingo Milella durante uno scatto in una grotta

L’allestimento e l’apertura dopo il tramonto della mostra Futuroremoto (visite gratuite dalle 19.30 alle 21: prenotazione obbligatoria), nelle sale del Palazzo veneziano sul Canal Grande riportate a nudo dai lavori che la Fondazione ha avviato, in vista della fruizione pubblica della sede e della nascita di quello che viene già chiamato “Palazzo delle Arti”, vuole evocare il buio, elemento essenziale della ricerca di Milella. 
L’artista portando un grande banco ottico analogico nelle grotte preistoriche, pone la fotografia stessa, il nostro esser contemporanei, davanti alla storia dell’arcaico, del remoto, del profondo.
Le fotografie di Milella non si propongono come strumenti o documenti archeologici o scientifici, ma piuttosto come “calchi di luce dal buio”: sculture ottiche di luoghi immersi nel recondito e nell’incomprensibile.

Uno scavo nel Cuore del Tempo

In un’epoca dominata dalla tecnologia digitale e dalle ambizioni della computazione e del calcolo massimo che chiamiamo intelligenza artificiale, Milella sembra svolgere uno scavo inverso, nello spazio e nel tempo, cercando nell’interno e nel perduto il “Cuore del Tempo”. 
“La ricerca delle immagini preistoriche nelle caverne – spiega l’artista – è in realtà un pretesto per realizzare immagini organiche del Mondo e della sua Memoria ancestrale e per questo buia, ignota, celeste e astrale. Le immagini che ne traggo sono in realtà astrazioni delle Preistoria, opere di ricerca sull’origine e su ciò che noi oggi chiamiamo Arte”.

Domande sul passato

Grotta dei Cervi, Il Delfino, Italia 2019

Per l’artista barese le fotografie non sono prove o risposte, ma domande su un passato tanto remoto da esser collegato al Futuro, dato che di entrambe le dimensioni sappiamo pochissimo. 
“I nostri antenati hanno cercato di evocare e difendere l’anima, il sogno, dipingendo nelle parti più profonde e recondite di alcune caverne immagini e visioni inafferrabili. La storia del demarcare nel mondo ci dice molto sulla nostra posizione nel cosmo, oggi come 40.000 anni fa, e nell’avvenire”.

Studiare la Preistoria, studiare l’animo umano

Inti Ligabue e Domingo Milella

“Lo studio della Preistoria – spiega Inti Ligabue, Presidente della Fondazione che ha festeggiato nel 2023 i cinquant’ anni di impegno Ligabue nella cultura – ci pone di fronte ai sentimenti, alle pulsioni, agli istinti più naturali dell’Uomo; ci riporta alla primitiva ricerca del divino, all’originario pensiero di morte, allo stupore di fronte al cosmo; mostra la scoperta del segno come atto creativo ed epifanico. Con questa mostra che apriamo alla città nella nostra sede, anticipando i prossimi impegni, affrontiamo un tema caro e lungamente indagato dalla Fondazione con uno strumento diverso: l’arte, l’emozione, i sensi.”

Suoni dalla Notte dei Tempi

La mostra Futuroremoto offrirà anche un accompagnamento sonoro sperimentale appositamente registrato dal vivo, Disvelamento, con sonorità ataviche rivisitate in chiave moderna grazie all’accoppiata Italo Biglioli e i suoni dei corni d’osso e Neu Nau che li rielabora utilizzando un sintetizzatore, per un’esperienza dell’eco e dell’ignoto dal fondo del tempo trasportati nella contemporaneità.

Prenotazioni: FuturoRemoto

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