Il secondo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana” è dedicato a Mimmo Jodice. In mostra 80 opere alle Gallerie d’Italia Torino
Torino. Alle Gallerie d’Italia – Torino è aperta al pubblico (fino al 7 gennaio 2024) la mostra Mimmo Jodice. Senza Tempo, secondo capitolo del progetto promosso da Intesa San Paolo “La Grande Fotografia Italiana”, a cura di Roberto Koch. La nuova mostra prevede il coinvolgimento del regista Mario Martone che ha diretto e realizzato un filmato documentario sulla vita di Mimmo Jodice, suo amico e concittadino, proiettato al pubblico per la prima volta. Foto d’apertura: Mimmo Jodice, Atleti dalla villa dei papiri,1986
Immagini cariche di assenza e silenzio
Mimmo Jodice. Senza Tempo offre una sintesi della produzione di Jodice, ripercorrendo i temi ispiratori della sua arte nelle sezioni Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura, Mari, attraverso 80 fotografie realizzate dal 1964 al 2011.
Dalle foto che immortalano statue e mosaici, vestigia di antiche civiltà del Mediterraneo, a un interesse di tipo sperimentale per il linguaggio fotografico; dalle vedute urbane di Napoli e di altre metropoli, cariche di assenza e silenzio, nelle quali – come scrive l’autore – “la realtà e la mia visione interiore coincidono”, alle trasfigurazioni del paesaggio naturale. La sezione Natura, con opere esposte per la prima volta, aggiunge un ulteriore capitolo alla sua ricerca.
Analisi del reale e indagine introspettiva
Nato a Napoli nel 1934, Jodice si avvicina alla fotografia attratto dalla sua capacità di creare visioni più che documentazioni. Fin dagli anni Sessanta Jodice impiega la fotografia nella sua doppia valenza di strumento di analisi del reale e di indagine introspettiva.
I suoi esordi avvengono a stretto contatto con il tessuto culturale e sociale della sua città, Napoli. Negli anni Settanta sperimenta nuovi linguaggi tecnici e la materialità dell’oggetto fotografico, utilizzando al tempo stesso la fotografia come strumento di impegno sociale. Dagli anni Ottanta la figura umana non è più fisicamente presente sotto il suo obiettivo e il centro della sua ricerca diventa il paesaggio, inteso come paesaggio di natura, di civiltà, di memoria e di sogno.
La realtà “sospesa” di Jodice
Nel suo percorso incontra non solo gli spazi urbani e costruiti ma anche alberi, piante, giardini e boschi, segni di una naturalità spontanea e indomabile che ugualmente esiste accanto a noi. In una serie di “quadri” straordinari e preziosi, l’autore osserva questi elementi e riconosce in loro il silenzio di cui si nutrono, indispensabile per vivere come la luce, come l’aria. Alla capacità unica di Mimmo Jodice di mostrarci la realtà vista attraverso il filtro di un tempo diverso e sospeso, e così interpretata, è dedicata, in sintesi, la mostra.
Repertti di un mondo atemporale
La grande forza del lavoro di Mimmo Jodice, che si staglia come unico e irripetibile nel panorama internazionale, risiede proprio in questa sua straordinaria capacità di scavalcare ogni contingenza temporale per donarci immagini di una consistenza diversa da quella che fatti e foto di cronaca potrebbero avere. Proprio il tempo, la capacità di ribaltarne il senso e di non farsi assoggettare alle sue regole, è forse la materia che più di tutte Jodice riesce a manovrare con grande sapienza, rifiutando le leggi del consumo rapido di immagini magari prese al volo.
Il suo, invece, è il tempo lungo della comprensione, della sintonia profonda con ciò che ha davanti; è il tempo della camera oscura in cui, di nuovo, a contatto diretto con le sue immagini e le sue visioni riesce, alla fine, a creare opere che ci appaiono come reperti di un mondo noto eppure sconosciuto, tracce di un universo magnifico, poetico, straniante e appunto, atemporale.
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