Una mostra di opere italiane d’arte contemporanea celebra nel Palazzo ONU di Ginevra il 75° anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani
Ginevra. Per celebrare i 75 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’Italia si fa promotrice al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra, dal 4 al 15 dicembre, della Arte italiana e Diritti Umani, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con Genesi. Immagine d’apertura: Emilio Isgrò, Enciclopedia Treccani, Vol. nn. II (Dinastia), IX (Radici), XIX (Italia), 1970, Courtesy Archivio Emilio Isgrò.
Le opere di tre grandi maestri
Per evidenziare l’importante ruolo svolto dall’arte italiana nella difesa e promozione dei diritti umani, sono stati selezionati 16 artisti. Ad accogliere le loro opere sarà la grande hall antistante la Sala del Consiglio dei Diritti Umani dove si svilupperà una narrazione per “capitoli” successivi (gli spazi dei singoli artisti).
Al centro della Sala del Consiglio dei Diritti Umani saranno collocate le opere di tre grandi maestri: la Venere degli stracci (1967) di Michelangelo Pistoletto, tre esemplari dell’Enciclopedia Treccani (1970) di Emilio Isgrò e Atleti di Ercolano (1985) di Mimmo Jodice, che, osservate oggi, rinviano idealmente a tematiche attuali quali la sostenibilità ambientale, il diritto all’istruzione e la tutela del patrimonio artistico.
E quelle degli artisti più giovani
Attorno al nucleo centrale si snoderanno gli ambienti dedicati agli artisti delle generazioni successive. Il video NUI SIMU [That’s Us] (2010) di Marinella Senatore realizzato attraverso la libera partecipazione di ex minatori di Enna, per ricordare il diritto a un lavoro dignitoso; l’opera They Will Say I Killed Them (2017-2018) di Danilo Correale, un inno al diritto di libertà di espressione.
Still life (2023) di Irene Dionisio che riporta alle tragedie e all’isolamento del Covid. Il diritto alla salute sarà rivendicato da On Walking (2017) e Alfabeto (2018) di Rossella Biscotti. Altre opere esposte: Meridiane (2020) di Stefano Arienti, En route to the South (2015) e En route to the South, learning to be nomadic (2017) di Elena Mazzi, Senza titolo (2019-2021) di Francis Offman, l’istallazione Mirror no.12 (2021) di Silvia Giambrone (2021), Home Is Where You Leave Your Belt (2019) e The Fire Bites (2019) di Monica Bonvicini.
L’impegno sociale degli artisti
A mettere l’accento sui diritti dell’infanzia sono The Picture of Ourselves (2013) di Rä di Martino e Self Portrait as my Mother e Self Portrait as my Father (2019) di Silvia Rosi. Sui diritti dei migranti fanno riflettere Observer les Ètoiles (2021) di Victor Fotso Nyie e Naître au monde (2022) e Paysages Corporels di Binta Diaw.
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