Milano. A distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna, Milano al Piano Nobile di Palazzo Reale
dedica una grande mostra a Giorgio Morandi (fino al 4 febbraio 2024) per celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Immagine d’apertura: Natura morta, 1956. Olio su tela. Bologna, Museo Morandi © Giorgio Morandi, by SIAE 2023
Morandi 1890-1964, ideata e curata da Maria Cristina Bandera, per estensione e qualità delle opere è tra le più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni, in continuità con il consolidato apprezzamento della sua opera in prestigiose sedi internazionali, dal Metropolitan Museum di New York (2008), al Pushkin di Mosca (2017), al Guggenheim di Bilbao (2019).
Un corpus espositivo di circa 120 opere ripercorre l’intera opera dell’artista bolognese – cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963 – attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private.
Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore. A metà percorso, una suggestiva installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi, ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni, accompagnata da frammenti audio di un’incisiva radio-intervista al pittore di Peppino Mangravite, insegnante alla Columbia University (1955).
Il percorso si suddivide in 34 sezioni che documentano il primo contatto con le avanguardie, tra cézannismo, cubismo e futurismo (1913-1918, sezioni 1-3), il personale accostamento alla metafisica (1918-1919, sezione 4), il ritorno al reale e alla tradizione (1919-1920, sezioni 5-6), le sperimentazioni degli anni ’20 (1921-1929, sezioni 7-10), l’incisione e la conquista della pittura tonale (1928-1929, sezione 11), la maturazione di un linguaggio tra senso costruttivo e tonale e la variazione dei temi negli anni ’30 (1932-1939, sezione 12), negli anni ’40 (1940-1949, sezione 13-20) e negli anni ’50, in direzione di una progressiva semplificazione (1950-1959, sezioni 21-28), l’acquerello (1956-1963, sezione 29), infine, la tensione tra astrazione e realtà negli anni conclusivi (1960-1963, sezioni 30-34), in cui è toccata l’essenza della realtà, la sostanza di una ricerca durata tutta una vita.
Il suo universo simbolico costituito da oggetti tra i più comuni, scelti per la loro immutabilità, immunizzati dalla realtà e sospesi della loro funzione, già preparati da una sorta di “prima pittura” con la polvere posata dal tempo o l’aggiunta di velature pittoriche, è pretesto per “far cadere” quel diaframma, per disvelare ciò che della realtà è astratto. Anche i motivi dei suoi paesaggi, o “paesi”, come preferiva chiamarli, erano sempre desunti dalla realtà visibile: “Lavoro costantemente dal vero” (Morandi 1929-1930).
ORARI MOSTRA
Martedì – mercoledì – venerdì – sabato domenica 10:00 – 19:30
Giovedì 10:00 – 22:30
Lunedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso ore 18:30)
Giovedì 7 dicembre (S. Ambrogio) 10.00 – 22.30
Venerdì 8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione), 10.00 – 19.30
Domenica 24 dicembre (Vigilia di Natale), 10.00 – 14.00
Martedì 26 dicembre (Santo Stefano), 10.00 – 19.30
Domenica 31 dicembre (San Silvestro), 10.00 – 14.00
Sabato 6 gennaio (Epifania), 10.00 – 22.30