Il fotografo Giovanni Hänninen analizza per immagini (in mostra a Piacenza) la crescita tumultuosa di Mumbai, una megalopoli “stratificata”
Piacenza. Una mostra del fotografo Giovanni Hänninen ospitata fino al 27 aprile 2024 allo Spazio BFT e organizzata dal Collettivo TIFF di Piacenza, Layered Mumbai, analizza con scientifica metodicità il “fenomeno Mumbai”, superfetazione di una megalopoli e caso urbanistico unico al mondo. Foto d’apertura: Layered Mumbai, 2000 ©Giovanni Hänninen
Un caleidoscopio di contrasti
Mumbai è la dodicesima città più ricca al mondo per PIL e al tempo stesso è luogo di disparità estreme. Solo negli ultimi anni, gli abitanti sono passati da 16 milioni a oltre 22 milioni di cui oltre il 55% vive in slum.
Nel frattempo Mumbai, inarrestabile nel dilatarsi in una delle crescite più repentine della storia, sta cercando nuove aree in cui costruire nuovi grattacieli e infrastrutture.
I grattacieli si fanno spazio recuperando – riabilitando, dicono – le aree occupate dagli slum.
I nuovi grattacieli cancellano la storia
Poco importa che parte della storia recente della città e gran parte dell’economia risieda ancora lì, in quegli slum, dove non vivono soltanto disperati, ma anche operai, medici, avvocati e tutte quelle figure alla base di ogni sistema sociale ed economico.
La ricerca fotografica condotta da Giovanni Hänninen nasce da una collaborazione con Studio Mumbai Architects e mette in luce la stratificazione urbana della città di Mumbai.
Il lavoro fotografico in mostra è l’inizio di una ricerca che vuole creare un atlante che usi la fotografia come strumento per l’analisi delle dinamiche della città.
INFO BIOGRAFICHE
Giovanni Hänninen è nato a Helsinki nel 1976. Vive e lavora a Milano, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Ingegneria aerospaziale e insegna Fotografia per l’architettura presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano.
Dal 2009 fotografa per la Filarmonica della Scala. Nel 2012 Gabriele Basilico lo presenta nella mostra 20X20 dove propone il progetto cittàinattesa.
Nel 2015 partecipa alla Triennale Off con MI-BG 49km. Invitato da The Josef and Anni Albers Foundation a fotografare la propria residenza d’artista in Senegal, le sue immagini vengono scelte per la mostra Thread (2017) da David Zwirner, New York.
Da Mumbai a Dakar
Nel 2018 Bijoy Jan lo incarica di documentare i progetti realizzati da Studio Mumbai in India. Nello stesso anno presenta il progetto People of Tamba alla Biennale d’Arte di Dakar, che nel 2019 – insieme al progetto di documentari Senegal/Sicily di cui è autore insieme a Alberto Amoretti – a Marrakech diviene progetto speciale di MACAAL (Musée d’Art Contemporain Africain Al Maaden) allestito per 1-54 Contemporary Art Fair, a Firenze alla Fondazione Marangoni, a Milano alla Fondazione Sozzani, a Parigi all’interno di AKAA (Also Known As Africa) e infine a Palermo durante la BAM (Biennale Arcipelago Mediterraneo).
I progetti più recenti
Nel 2019 sviluppa una campagna fotografica per la valorizzare il Complesso Museale della Pilotta in vista di Parma capitale della cultura 2020 e il progetto fotografico della mostra Nei Palchi della Scala – Storie milanesi per il Museo Teatrale alla Scala. Del 2020 il progetto The Missing Piece, realizzato durante il primo lockdown a Milano: Menzione d’Onore al Premio Ponchielli e partecipazione al Photo Brussels Festival 05 ad Hangar Photo Center. Nel 2021 partecipa alla XVII Biennale Architettura di Venezia con il progetto After/Dopo, realizzato con Arte Sella a seguito della tragedia della tempesta Vaia.
I suoi lavori fanno parte di numerose collezioni in tutto il mondo, private ed istituzionali.
Sabato 6 aprile booksigning
Sempre allo Spazio BFT di Piacenza, sabato 6 aprile alle 18,00 Giovanni Hänninen sarà presente per il booksigning del volume Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi.
Oggetto di molte ricerche prima e dopo il suo completamento, nel 1974, l’Autostrada del Brennero merita di essere studiata come un’architettura. Da questa prospettiva, i ponti, i viadotti, i trafori, gli svincoli, i caselli, le aree di sosta e di servizio, che si succedono lungo il rilevato originario, appaiono come parti di un’opera unitaria, concepita per misurarsi con le scale del territorio e del paesaggio.
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