In mostra più di 200 stampe d’epoca, sculture e oggetti appartenuti al fotografo, per un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï
Milano. Dal 23 febbraio al 2 giugno Palazzo Reale presenta la mostra Brassaï. L’occhio di Parigi, promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Silvana Editoriale, realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï Succession. La retrospettiva è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo. Foto apertura: Brassaï, Couple d’amoureux dans un café parisien, Place Clichy © Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles
L’anima nascosta di Parigi
La mostra presenterà più di 200 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, per un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï Le sue fotografie dedicate alla vita della Ville Lumière – dai quartieri operai ai grandi monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna – sono oggi immagini iconiche che nell’immaginario collettivo identificano immediatamente il volto di Parigi.
Ungherese di nascita – il suo vero nome è Gyula Halász, Brassaï in stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalí e Matisse e vicino al movimento surrealista, dal 1924 fu partecipe del grande fermento culturale che investì Parigi in quegli anni,
Atmosfere notturne
Brassaï è stato tra i primi fotografi, in grado di catturare l’atmosfera notturna della Parigi dell’epoca e il suo popolo: lavoratori, prostitute, clochard, artisti, girovaghi solitari. Nelle sue passeggiate, il fotografo non si limitava alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventurava anche in spazi interni più intimi e confinati, nei locali di Montparnasse, dove la società si incontrava e si divertiva.
Fotografia “umanista”
Brassaï appartiene a quella “scuola” francese di fotografia che fu definita “umanista”. In realtà, l’arte di Brassaï andò ben oltre la “fotografia di soggetto”: la sua esplorazione dei muri di Parigi e dei loro innumerevoli graffiti, ad esempio, testimonia il suo legame con le arti marginali e l’art brut di Jean Dubuffet.
Brassaï scompare il 7 luglio 1984, subito dopo aver terminato la redazione di un libro su Proust al quale aveva dedicato diversi anni della sua vita. È sepolto nel cimitero di Montparnasse, nel cuore della Parigi che ha celebrato per mezzo secolo.
Orari
Da martedì a domenica, 10:00 -19:30
Giovedì chiusura alle 22:30
Lunedì chiuso
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