Prigioniero di una casa di cura dove lo trattano come un bambino, Busken decide di entrare in guerra con il mondo. Fingendosi un vegetale
Misantropo, mitomane, alcolista e fumatore, Busken si ritrova «cliente» di Villa Madeleine, intrappolato in una casa di cura dove vige il politicamente corretto, con «vecchi rincitrulliti» e «carcerieri». Lui che a suo dire è un neurochirurgo, ingegnere robotico, sommo poeta che redige i suoi trattati in un codice segreto su vecchi rotoli di carta da fax, mentre per i medici è solo un ex impiegato affetto da demenza.
Vincitore del Premio Libris, Il cliente Busken è il grande romanzo testamento di Jeroen Brouwers, uno dei più importanti autori olandesi contemporanei, una denuncia feroce e a tratti spassosa contro la brutalità della vecchiaia e del decadimento fisico e mentale.
Spietato humor nero
In un estremo atto di protesta Busken si è chiuso in un silenzio impenetrabile, fingendosi incapace di intendere e di volere. Con uno spietato humour nero, Busken invece registra tutto ciò che accade, commenta i medici e gli altri pazienti in provocatorie parodie della contemporaneità.
E rievoca un’infanzia senza amore e una madre gelida e ostile che ha segnato la sua tormentosa esistenza nell’ombra, asserragliata dietro libri e fantasticherie. Opera spassosa e struggente, Il cliente Busken è l’atto di resistenza di un uomo al proprio tramonto e a quello di un’intera epoca, un romanzo in cui risuona il Novecento di Joyce, Proust, Svevo, Canetti.
La scheda
Il cliente Busken, di Jeroen Brouwers
Edizioni Iperborea
Pagine 256
Traduzione: Claudia Di Palermo, Francesco Panzeri
Prezzo di copertina: € 18,00 (ebook € 9,99)
Copertina: Boxhead 1,2,3 © Bill Bragg
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