La nuova sede milanese della galleria Tommaso Calabro espone una selezione di opere di Tiger Tateishi, artista eclettico e polivalente
Milano. In occasione dell’inaugurazione, giovedì 25 gennaio, del nuovo spazio di Milano in Corso Italia 47, la galleria Tommaso Calabro è lieta di annunciare Tiger Tateishi, una mostra – fino al 23 marzo – dedicata all’artista giapponese Tiger Tateishi (1941-1998), tra le figure più eclettiche del panorama artistico milanese e internazionale della seconda metà del secolo scorso. Immagine di apertura: Tiger Tateishi, Tiger Autoportrait, 1975, olio su tela, courtesy Galleria Tommaso Calabro.
Artista poliedrico
Con questa esposizione, Tommaso Calabro amplia e approfondisce le sue ricerche su Alexander Iolas. Tra i più celebri galleristi del Novecento, Iolas fu tra i primi importanti sostenitori del lavoro di Tiger, per il quale organizzò tre importanti personali nel 1972, 1975 e 1976, rispettivamente a Ginevra, New York e Parigi.
Pittore, mangaka, illustratore e ceramista, Tiger Tateishi è stato un artista poliedrico e carismatico, impossibile da incasellare in uno stile o movimento artistico, capace di rielaborare e far convergere in un universo sincretico i simboli della cultura asiatica con influenze dai movimenti artistici occidentali che più lo affascinavano, come la Pop Art, l’Anti-Arte, il Cubismo, il Surrealismo e la Metafisica.
Alcune note biografiche
Nato Koichi Tateishi nel dicembre del 1941 a Tagawa, una città mineraria di carbone nella prefettura di Fukuoka, Tateishi si avvicina giovanissimo al mondo dei manga e ai film dell’era Shōwa, in parte come vie di fuga da un’infanzia di privazioni vissuta nel difficile secondo dopoguerra giapponese.
Abile disegnatore, Tateishi vince il suo primo premio artistico all’età di sei anni e vede il suo lavoro pubblicato su una rivista manga settimanale a tredici anni. Appena terminata la scuola superiore, si trasferisce a Tokyo, dove si iscrive alla Musashino Art Univeristy, unendosi presto all’avanguardia dadaista giapponese dei primi anni sessanta.
Per tredici anni attivo a Milano
Nel 1968, all’età di ventisette anni, Tateishi si trasferisce a Milano insieme alla sua compagna, l’artista Ichige Fumiko, e a Milano risiedono fino al 1981. Negli anni dei grandi sconvolgimenti politici della penisola, i due artisti entrano in contatto con la brulicante scena artistica milanese, quella della Galleria Iolas, ma anche quella della Galleria del Naviglio, con Roberto Crippa e Lucio Fontana, e del design.
Al fianco di Ettore Sottsass, nello studio del designer, Tateishi lavora dal 1971 fino al 1974, anche se il sodalizio artistico tra i due continua durante tutta la permanenza dell’artista a Milano; sono questi gli anni delle collaborazioni con alcune delle più importanti realtà imprenditoriali del tempo, come Alessi e Olivetti, per le quali Tateishi lavora come consulente artistico e illustratore.
Dipinti “a vignette”
La mostra “Tiger Tateishi” include una selezione di dipinti e carte realizzate dall’artista tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta, durante il suo soggiorno a Milano e i suoi viaggi in Europa.
Gli anni italiani sono stati gli anni più prolifici dell’artista dal punto di vista pittorico, quelli in cui Tateishi inizia a siglare i suoi lavori con la firma “Tiger Pinxit”, in cui produce le prime, rare litografie, e in cui sviluppa i celebri dipinti “a vignette”. Tra il 1969 e il 1981, prima di tornare in Giappone, Tiger Tateishi produce circa cento di questi dipinti, veri e propri caleidoscopi di immagini e icone della contemporaneità, dove convergono le più grandi passioni dell’artista: il surrealismo, la fantascienza e i fumetti.
Orari: martedì – sabato, ore 12-19
lunedì / su appuntamento
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