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Firenze, ritorno in Orsanmichele dopo il restauro

Firenze, ritorno in Orsanmichele dopo il restauro

Il 19 gennaio riapre a Firenze il Complesso di Orsanmichele. All’interno, un nuovo allestimento esalta la bellezza dei capolavori custoditi

Firenze. Restauro, messa in sicurezza, riallestimento del museo e miglioria degli accessi: dopo oltre un anno il Complesso di Orsanmichele, monumento unico e straordinario in cui si suggellano funzioni civili e religiose, riapre le porte al pubblico il 19 gennaio in una veste rinnovata. Foto apertura: L’esterno del complesso di Orsanmichele – Foto Nicola Neri – Courtesy Musei del Bargello.

Gli originali delle statue sono ora esposte all’interno

Il Museo di Orsanmichele nel nuovo allestimento – Foto Lorenzo Mennonna – Courtesy Musei del Bargello

400 giorni di chiusura, un investimento di oltre un milione di euro promosso dal Ministero della Cultura e un progetto che porta la firma degli studi Map Architetti e Natalini Architetti, hanno consentito di riportare alla fruibilità il complesso, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello diretto fino a pochi giorni fa da Paola D’Agostino

Un intervento di restauro e riallestimento davvero sorprendente – ha dichiarato il sindaco di Firenze Dario Nardella – che consentirà allo spettatore di ritrovare all’interno del museo la collocazione originaria delle statue così come erano all’esterno. Sono lieto, inoltre, che adesso il museo amplierà l’orario di apertura, consentendo ai visitatori di scoprire le bellezze di questo scrigno in pieno centro di Firenze”.

Una chiesa “civica”

L’esterno del complesso di Orsanmichele – Foto Nicola Neri – Courtesy Musei del Bargello

“Orsanmichele riapre – commenta la Soprintendente Antonella Ranaldi – e si mostra all’esterno. Grazie alle nuove bussole che permettono di lasciare aperti i grandi portoni, dalle vetrate si potrà vedere l’interno da via dell’Arte della Lana.
È un invito ad entrare, un’idea di bellezza accessibile, a porte aperte, valorizzata dalla nuova illuminazione interna che esalta le vetrate colorate. Una chiesa particolare, molto civica, che nella sua lunga vita ha ospitato funzioni miste, chiesa, granaio, archivio, museo. Ha visto sulla sua pelle, tra Trecento e Quattrocento, artisti ancora impegnati negli stilemi tardogotici poi superati dal vento di rinnovamento del primo Rinascimento fiorentino.

Le grandi statue dei protettori delle Arti di Firenze, si sono imposte superbe e maestose, in una gara tra artisti e tra corporazioni delle arti. Nel nuovo allestimento le statue sono state rialzate, perché erano state concepite per essere viste dal basso. Si è ricercata la frontalità originaria ponendo dietro ognuna di esse fondali bianchi,

Tesori del Rinascimento fiorentino

Il Museo di Orsanmichele – L’altana – Foto Nicola Neri – Courtesy Musei del Bargello

“Sono particolarmente felice – ha detto il direttore dei Musei del Bargello, Paola D’Agostino – di chiudere i miei otto anni di mandato con la restituzione alla città di Firenze del complesso monumentale di Orsanmichele, che rappresenta il fulcro della vita civile e religiosa di Firenze, la sua storia e l’orgoglio delle corporazioni”.

Il Museo di Orsanmichele nel nuovo allestimento – Foto Lorenzo Mennonna – Courtesy Musei del Bargello

Nel nuovo allestimento, le 13 statue originali esposte nel Museo, opera dei più grandi scultori del Rinascimento fiorentino ovvero Lorenzo Ghiberti (San Giovanni BattistaSanto Stefano e San Matteo), Donatello (San Marco e San Pietro), Nanni di Banco (Sant’EligioSan FilippoQuattro Santi Coronati), Andrea del Verrocchio (Incredulità di San Tommaso), Baccio da Montelupo (San Giovanni Evangelista), Giambologna (San Luca), accanto a quelle trecentesche Piero di Giovanni Tedesco (Madonna della Rosa) e Niccolò di Pietro Lamberti (San Giacomo Maggiore) tornano a interagire con il pubblico. Ognuna si trova nella posizione corrispondente a quando si trovava in facciata. 

Il Complesso di Orsanmichele: una singolare storia

La chiesa di Orsanmichele con il tabernacolo dell’Orcagna – Foto Nicola Neri – Courtesy Musei del Bargello

Nel IX secolo, in quest’area si trovava un oratorio dedicato a San Michele circondato da un giardino, da cui il nome San Michele in Orto o Orsanmichele. Dopo essere stato convento benedettino, all’inizio del Duecento diviene la sede del mercato del grano. Nel 1284, Arnolfo di Cambio vi costruisce una grande loggia adibita al commercio, che si arricchisce d’importanza nel 1290, quando al suo interno viene affrescata un’immagine della Madonna: la cosiddetta “Vergine del Grano”, foriera di miracoli. Da quel momento inizia la doppia vita di Orsanmichele: luogo di commercio e di preghiera.

Uno scrigno di capolavori

La chiesa di Orsanmichele (particolare degli affreschi sul soffitto) – Foto Nicola Neri – Courtesy Musei del Bargello

Una delle caratteristiche che ha reso immortale Orsanmichele è la presenza delle 14 nicchie sulle sue facciate, ciascuna “abitata” dalla statua di uno o più santi.  Le nicchie, volute dalle Arti fiorentine si popolano negli anni di capolavori firmati da più importanti artisti del Quattrocento fiorentino; un ciclo di opere che, da solo, racconta un passaggio epocale nella storia dell’arte: dalla scultura tardo gotica a quella rinascimentale. All’interno della chiesa, un altro grande artista, Andrea di Cione detto l’Orcagna, dà vita ad un maestoso tabernacolo. Un’architettura imponente che, come uno scrigno prezioso, racchiude la Madonna delle Grazie dipinta da Bernardo Daddi.

Orsanmichele, che nel XV secolo assumerà la sua definitiva struttura, resta nodale anche per la Signoria Medicea. Nel 1569 Cosimo I trasforma i piani superiori in un archivio. È in questa occasione che Bernardo Buontalenti progetta l’arco esterno munito di scala, struttura che dà al monumento la sua forma definitiva.

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