Una selezione di 30 scatti esposti da Alessia Paladini Gallery a Milano ci trasportano nel caleidoscopico mondo di Maria Vittoria Backhaus
Milano. Il mondo caleidoscopico di Maria Vittoria Backhaus è in mostra da Alessia Paladini Gallery, dove giovedì 28 settembre 2023 s’inaugura Invidio quelli che ballano, 30 scatti della fotografa milanese che rimarranno in esposizione fino al 18 novembre. La mostra è inserita nel calendario di Photofestival 2023.
Eclettica e dotata di una creatività esplosiva e rivoluzionaria (nella foto d’apertura: ©Maria Vittoria Backhaus – Sleeping Beauty, Milano 2001, Editoriale Io Donna/Courtesy Alessia Paladini Gallery), Maria Vittoria Backhaus come artista non rientra in nessun movimento codificato o tendenza mainstream preconfezionata.
“Io ricreo la confusione”
“In fotografia ho fatto un po’ tutto perché io sono il contrario della specializzazione” racconta Maria Vittoria Backhaus. “Non mi interessava essere un fotografo di moda, di design. Ho fatto qualsiasi cosa fondamentalmente pensando di fare la mia foto. Cosa avrei voluto fare? Ballare! Invidio quelli che ballano. Sono invidiosissima di quelli che sanno ballare! Ci sono tante altre cose che vorrei fare perché naturalmente io voglio fare tutto: voglio disegnare, ricamare, cucinare, qualsiasi cosa… In pratica quello che faccio io è la confusione”.
Milanese, dopo gli studi in scenografia all’Accademia di Brera, Backhaus si avvicina alla fotografia negli anni Sessanta, occupandosi inizialmente di reportage. Ma innegabilmente, dove Maria Vittoria ha lasciato un’impronta originale è nella “fotografia di moda”, con la sua visione sperimentale e anticonformista della moda, del design, del lusso, sempre coerente con la sua idea fondante di fotografia: raccontare dove si è e cosa succede nella propria contemporaneità.
Note biografiche
Maria Vittoria Backhaus studia scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera; in quegli anni frequenta il leggendario Bar Giamaica, centro focale della scena artistica milanese, frequentato tra gli altri da fotografi quali Ugo Mulas, Alfa Castaldi e Mario Dondero. Inizia la sua carriera nella seconda metà degli anni Sessanta come fotoreporter di eventi culturali, politici e musicali della scena beat. Le difficoltà incontrate come fotografa donna nel mondo dell’informazione, la spingono però in un’altra direzione. Nei primi anni ’80 inizia a collaborare con L’Uomo Vogue e Casa Vogue e da allora si specializza nello still life, nella fotografia di moda e di design, sviluppando fin da subito uno stile originale e trasgressivo, avvicinandosi al mondo della moda con sguardo ironico e critico: la fotografia per Maria Vittoria è un mezzo per documentare il reale e la moda l’esaltazione del superfluo.
Talento, sicurezza di gusto, perizia di luci e una inesauribile creatività, supportata dagli studi di scenografia che la spingono a creare set elaborati e sorprendenti, definiscono lo stile unico di questa icona della fotografia italiana. Lo sguardo sempre attento alla contemporaneità, all’attualità e ai cambiamenti sociali in atto, Maria Vittoria Backhaus cambia le regole della fotografia di moda, still life e design, interessandosi prima che all’oggetto da ritrarre a ciò che un’immagine può raccontare allo spettatore. Alle tantissime foto scattate su commissione si aggiungono molti lavori su progetti personali che attualmente sono al centro della sua attività insieme al salvataggio del suo archivio.
La prima antologica
Nel 2021 ha ricevuto il premio alla carriera Arturo Ghergo e nello stesso anno ha trasferito la sua casa e il suo studio in Piemonte. Dal 31 marzo al 25 giugno 2023, il Middle MonFest, l’anno di intermezzo della Biennale di Casale Monferrato, con la direzione artistica di Mariateresa Cerretelli e la curatela di Luciano Bobba e Angelo Ferrillo ha presentato nelle Sale Chagall del Castello di Casale: Maria Vittoria Backhaus I miei racconti oltre la fotografia, la sua prima grande antologica in Italia.
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