Il progetto fotografico di Giulio Ielardi racconta l’energia di un paesaggio in costante divenire: quello del Grande raccordo anulare di Roma
Dell’autostrada urbana più lunga d’Italia si racconta nel nuovo progetto del fotografo Giulio Ielardi, raccolto in un libro di 50 fotografie, realizzate in 2 anni di lavoro, percorrendo circa 600 chilometri a piedi ed esplorando il macrocosmo del Grande raccordo anulare che circonda Roma.
Il libro di Giulio Ielardi GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma è a cura di Massimo Siragusa, – con testi di Franco Arminio e Giorgio de Finis – ed edito da Phaos Edizioni. Sarà in libreria dal 15 giugno 2023.
L’anello di Saturno di felliniana memoria
GRA è l’autostrada A90, un anello a sei corsie – tre per senso di marcia – lungo quasi 70 chilometri con 33 uscite, gallerie, ponti, svincoli, complanari. 150.000 Veicoli al giorno a percorrerlo.
Il suo nome – acronimo di Grande raccordo anulare – è legato a Eugenio Gra, principale ideatore e sostenitore dell’opera: il suo apporto fu tale che nelle fasi di progettazione e costruzione, si usò riferirsi alla strada con il nomignolo «Il Gra».
Completato nel 1970 ma in eterna trasformazione, oggi il GRA è parte della vita quotidiana dei romani, assai più del centro storico e dei suoi monumenti famosi in tutto il mondo.
Gli scopi e l’identità stessa del GRA hanno visto nel tempo una mutazione profonda; tra le arti contemporanee, alla fotografia è riconosciuta una capacità di particolare efficacia per la narrazione delle dinamiche sociali e dei contesti che le producono: le fotografie di Ielardi narrano questo caposaldo della topografia metropolitana, simbolo del governo urbanistico dell’espansione urbana cantiere di nuove esperienze abitative, cerchio magico della città nuova e di quella che verrà.
Una Roma di avvenire e di macerie
Il paesaggio attraversato, disegnato, creato non è né città né campagna, nel suo circolare svolgersi accosta falansteri di periferia e tesori archeologici, centri commerciali e tenute agricole, rivendite di lampadari e carrozzerie, terminal di bus e luoghi di culto. Lungo il plurimo cordone d’asfalto si genera e propaga un orizzonte artificiale di cartelli e indicatori, lampioni, tralicci, scritte, stazioni di servizio, guard-rail, pannelli antirumore, frecce e antenne SOS. Sopra, sotto e intorno, prati insperati e filari di pilastri in cemento armato a sostenere i viadotti e i tunnel, realtà aumentata per motociclisti e street artist, greggi e cosplayer.
Visioni e rumori che quasi non conoscono sosta ma fermati dagli scatti in bianco e nero in formato panoramico nel libro di Ielardi GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare: un mondo rutilante, una Roma di avvenire e di macerie piena di energia come le sue fotografie che intendono raccontare i paesaggi del GRA con taglio poetico e visionario. Non a caso a introdurre il lavoro di Ielardi è chiamato uno dei poeti contemporanei più seguiti come Franco Arminio.
Il progetto e le fotografie
Focus del progetto è il racconto visivo dell’anello di asfalto come produttore di paesaggi. L’idea è partita con le prime esplorazioni e fotografie prodotte nell’autunno 2020 ed è stato completato dopo due anni di lavoro. Tra le fonti principali di ispirazione, il film Accattone (1961) di Pasolini e il Sacro romano Gra (2013) di Gianfranco Rosi, soprattutto la sua sceneggiatura tratta dal libro di Nicolò Bassetti e Sapo Matteucci (Quodlibet, 2013); mentre dal punto di vista fotografico, il lavoro di The black triangle di Josef Koudelka e quello recentissimo intitolato Roma di Massimo Siragusa, entrambi inni alla narrazione della bellezza nascosta e dei luoghi più difficili dal punto di vista del paesaggio.
Una città nella città
“Percorso migliaia di volte, il GRA non l’abbiamo mai visto. Dal punto di vista fotografico è tante cose insieme, come un ottovolante, una città nella città o, meglio, oltre la città un’altra Roma” – dichiara l’autore. “Il suo Colosseo è Corviale, il suo Foro romano le arcate dell’Acquedotto Claudio o la Villa dei Quintili, la sua pinna da squalo la Vela di Calatrava. Soprattutto, il GRA è paesaggio contemporaneo alla massima potenza, velocità, viadotti, centri commerciali, templi, nuovi insediamenti residenziali, sfasciacarrozze, segnaletica stradale e insegne pubblicitarie, vuoto.
IL CURATORE
Curatore del progetto è Massimo Siragusa, uno dei nomi più illustri della fotografia contemporanea. “C’è un mondo che vive attorno a quel luogo, dove gli automobilisti intrappolati in code infinite sono solo l’aspetto meno importante, – scrive Massimo Siragusa – quasi la naturale conseguenza dell’esistenza stessa del GRA. No, il mondo vero e lo straordinario che è possibile scovare qua e là, è appena fuori la striscia d’asfalto. Lo straordinario è nella natura che ingloba carcasse di auto abbandonate o barche arrugginite. Lo straordinario è negli uccelli che volano sui vetri antirumore. È questo straordinario che ha voluto svelarci Giulio Ielardi. Una visione magica e surreale di Roma, apparentemente vuota di esseri umani.”
L’AUTORE
Giulio Ielardi è fotografo professionista e giornalista pubblicista. Nato a Roma nel 1965, è autore di una trentina di volumi su parchi, natura, cultura, turismo.
Ha vinto premi e riconoscimenti. Negli anni Novanta ha curato con Mario Fazio la rivista nazionale dell’associazione Italia Nostra. Ha pubblicato su molte testate, da “Airone” a “L’Espresso”, da “Avvenimenti” a “Il Sole 24 Ore”. Dal 2013 al 2015 ha diretto “Asferico”, rivista dell’Associazione italiana fotografi naturalisti. Si occupa di reportage fotografico a livello professionale da trent’anni, per conto di riviste e case editrici del settore.
TESTI a cura di:
Franco Arminio, tra i più seguiti poeti contemporanei; ha ideato la Casa della paesologia a Bisaccia (Av) e il Festival La luna e i calanchi ad Aliano (Mt). Il suo ultimo libro è “Sacro minore”, Einaudi 2023;
Giorgio de Finis, antropologo, artista e curatore indipendente. Fondatore del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, ha diretto il Museo d’arte contemporanea di Roma con il progetto sperimentale MACRO Asilo. Dirige il Museo delle periferie sotto l’egida dell’Azienda Speciale Palaexpo.
Massimo Siragusa, fotografo, vincitore di quattro World Press Photo e docente allo IED di Roma, è direttore editoriale di Phaos Edizioni.
L’8 giugno 2023 alle ore 18 in occasione del IPER Festival delle Periferie sarà presentato il lavoro di Giulio Ielardi nell’ambito del pomeriggio dedicato al Festival della Fotografia.
IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE > 5-11 giugno 2023 | Pelanda | Mattatoio, via O. Giustiniani 4 – Roma | Ingresso gratuito.
GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma di Giulio Ielardi
Phaos Edizioni
In libreria dal 15 giugno 2023
Formato 200 x 260
Pagine 96
Prezzo di copertina 45 euro
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