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A Reggio Emilia, il Festival mette a fuoco l’identità (inquieta) dell’Europa

A Reggio Emilia, il Festival mette a fuoco l’identità (inquieta) dell’Europa

A Reggio Emilia torna Fotografia Europea. Nei Chiostri di San Pietro, a Palazzo da Mosto, nei Chiostri di San Domenico le mostre di grandi maestri e giovani esordienti

Le Mostre della 18ª edizione di Fotografia Europea

CHIOSTRI DI SAN PIETRO, via Emilia San Pietro, 44/c 

Mónica De Miranda. The Island
Con il progetto The Island, Mónica de Miranda svela storie e culture africane che nella loro autonomia e diversità hanno vissuto e continuano a vivere in Portogallo.

Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni. Güle Güle
Güle Güle (arrivederci in turco) è una personale rappresentazione di Istanbul e di quelli che sono i profondi cambiamenti che stanno interessando la città e la società turca.

Simon Roberts. Merrie Albion & The Brexit Lexicon
Per oltre quindici anni, Simon Roberts ha fotografato eventi e luoghi in Gran Bretagna in cui le persone si riunivano in esperienze pubbliche e comuni. Uscito sulla scia del trionfo nazionalista della Brexit, Marrie Albion fotografa il Regno Unito, offrendo spunti di riflessione indispensabili sulle nozioni di identità e appartenenza e, nello specifico, su cosa significhi essere britannici in questo momento cruciale della storia contemporanea.

The Archive of Public Protests. You will never walk alone
L’Archivio raccoglie le tracce dell’attivismo sociale, delle iniziative di massa che si oppongono non solo alle decisioni politiche, ma anche alle violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani. È una raccolta di immagini che costituiscono un monito contro il crescente populismo e la discriminazione: xenofobia, omofobia, misoginia e anche crisi climatica. L’APP raccoglie le fotografie in un’unica collezione, facilmente accessibile, che resterà a disposizione di ricercatori, artisti e attivisti. Nelle foto: Le donne protestano contro le leggi anti-aborto, Polonia 26.10.2020, Courtesy APP.

Alessia Rollo. Parallel Eyes
Parallel Eyes è un progetto multimediale che mira a riconsiderare in termini visivi e sociologici la costruzione dell’identità culturale dell’Italia Meridionale. Durante il neo-realismo il Sud Italia è stato visivamente studiato da antropologi, cineasti e fotografi che con le loro ricerche hanno generato la convinzione di una società arcaico-primitiva e la conseguente nascita di stereotipi culturali. In questo progetto, che include materiali storici d’archivio e fotografie prodotte dall’artista, lo spettatore si confronta con immagini che rappresentano parte di un vasto patrimonio rituale tuttora vivente. L’immaginario che si crea è volutamente evocativo e non descrittivo. Per questo motivo le fotografie vengono modificate con tecniche di manipolazione analogiche e digitali che ci introducono in un universo re-incantato, sensoriale e spirituale.

Samuel Gratacap. Bilateral
Bilateral riecheggia il passaggio degli esuli nell’Italia meridionale e nelle Alpi. È anche un lavoro fotografico sul paesaggio, su entrambi i lati del confine, da un mondo all’altro. È in un clima sociale di sfiducia nei confronti dei media e più in particolare delle immagini, che Samuel Gratacap ha cercato di fotografare e ascoltare le persone, prima di tutto quelle che attraversano o cercano di attraversare i confini. Ma la sfida di questo nuovo lavoro è anche quella di rappresentare coloro che lottano per rendere il mondo meno violento, mobilitandosi nei luoghi in cui vivono, come modo per riparare la violenza.

Yelena Yemchuk. Odesa
Da bambina, cresciuta a Kiev, Yelena Yemchuk era affascinata dalla reputazione di Odessa come luogo libero durante l’epoca sovietica. La città sembrava piena di contraddizioni: “accettazione ma anche pericolo. Un luogo di goliardia e personaggi, popolato da fuorilegge e intellettuali”. Yemchuk ha iniziato a fotografare Odesa nel 2015, immortalando i ragazzi e le ragazze dell’Accademia militare. L’anno prima, la Russia aveva invaso e successivamente annesso la Crimea e si combatteva al confine orientale dell’Ucraina.

Geoffroy Mathieu. L’Or des ruines
Esplorando una modalità di sussistenza alternativa nelle aree suburbane, L’Or des ruines segue i raccoglitori alla ricerca di prodotti naturali, ai margini delle aree coltivate o negli spazi incolti. Che sia per la precarietà o per avere un rapporto più diretto con la natura, la pratica della raccolta, per quanto marginale, è per Geoffroy Mathieu un’occasione di osservazione antropologica.

Cédrine Scheidig. De la mer à la terre
In un dialogo tra due serie recenti – “It is a Blessing to be the Color of Earth” (2020), premiata con il Dior Prize, che ritrae la diaspora afro-caraibica nella periferia parigina, e “Les mornes, le feu”, iniziata nel 2022 a Fort-de-France, in Martinica – l’artista rivela le connessioni tra due territori e gli immaginari dei loro abitanti.

Sabine Weiss. Una vita da fotografa
A cura di Virginie Chardin. La mostra è prodotta da Atelier Sabine Weiss e da Photo Elysée con il supporto di Jeu de Paume e Les Rencontres d’Arles e il patrocinio della Confederazione Svizzera. Sabine Weiss (1924-2021) è una delle principali rappresentanti della corrente del dopoguerra che in Francia viene abitualmente definita “la fotografia umanista” e di cui fanno parte fotografi come Robert Doisneau, Willy Ronis o Edouard Boubat. Reportage, illustrazione, moda, pubblicità, ritratto d’artista, lavoro personale: Sabine Weiss ha approcciato tutti gli ambiti della fotografia come una sfida, un pretesto d’incontro e di viaggio, un modo di vivere e di espressione di sé.

CHIOSTRI DI SAN DOMENICO
via Alighieri, 11

Myriam Meloni. Nelle giornate chiare si vede EuropaCommittenza 2023
Partendo dal mito di Europa narrato da Ovidio, Myriam Meloni costruisce un ritratto delle “Europa” contemporanee: giovani donne, autonome, professioniste, l’esito più felice del Novecento e del progetto Erasmus, un’educazione fruttuosa al viaggio e all’incontro con l’altro. Attualmente tutte di casa a Tangeri, ponte strategico tra Africa e Europa, con la loro professionalità e con la loro apertura, stanno attuando una rivoluzione gentile, radicandosi nelle comunità che le accolgono ma continuando a incarnare i valori dai quali provengono. 

Mattia Balsamini. Protege Noctem – If Darkness DisappearedOpen Call 2023
Per tutti noi, accecati dai frammenti di miliardi di luci artificiali (ALAN: Artificial Light At Night), il cielo notturno è diventato un mosaico appannato. Le luci artificiali, anche le luci a LED, rilasciano uno spettro di colore blu che abbaglia l’ecosistema notturno e danneggia il ciclo circadiano dell’uomo – il nostro ritmo del sonno e della veglia ispirato dal sistema endocrino – favorendo il cupo insinuarsi di malattie come il cancro al seno e alla prostata, il diabete e la depressione. Gli epidemiologi concordano sul fatto che la scomparsa della notte – l’ostruzione dell’oscurità notturna – ci minaccia tanto quanto l’inquinamento, l’alcol e il tabacco.

Camilla de Maffei. Grande Padre – Open Call 2023
Per quarantacinque anni in Albania, durante il regime di Enver Hoxha – uno dei più feroci dell’età contemporanea- pensare liberamente ed esprimere la propria opinione in pubblico era irresponsabile, pericoloso anche per chi ascoltava. La vita quotidiana rispettava le regole imposte da un sistema di sorveglianza capillare ed efficiente che si insinuava nella vita pubblica e privata. Il crollo del regime, simboleggiato dall’abbattimento della statua di Hoxha nella piazza Skanderberg il 20 febbraio 1991, ha confrontato gli albanesi con la libertà, ma anche con un vuoto vertiginoso. 

PALAZZO DA MOSTO
via Mari, 7
Paese Ospite Bosnia Erzegovina. Masters of Contemporary Photography from the Ars Aevi collection
con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Sarajevo
La Collezione Ars Aevi nasce durante il primo anno dell’assedio di Sarajevo, nell’estate del 1992. Il nome Ars Aevi è un anagramma parziale di Sarajevo ed è nato come una forma simbolica di resistenza e opposizione alla guerra attraverso la cultura e l’espressione artistica. Il primo passo nella realizzazione di questo “museo degli artisti del mondo” è stata la creazione della Collezione: più di 150 artisti hanno donato le loro opere più rappresentative. L’Ars Aevi Museum ha come obiettivo quello di diventare un centro regionale d’arte contemporanea internazionale e simbolo di una nuova Europa nei Balcani. A Fotografia Europea 2023 Ars Aevi porta parte della sua importante collezione fotografica. La mostra è il frutto dell’importante collaborazione sviluppata in questi anni tra il Comune di Reggio Emilia e la Municipalità di Centar Sarajevo, culminata nella firma di un patto di gemellaggio tra le due città il 9 maggio 2022 a Reggio Emilia, giorno in cui si celebra la Giornata dell’Europa, e il 12 luglio 2022 a Centar Sarajevo.

Ariane Loze. Utopia e Studies and Definitions
In questo blu azzurro che evoca l’Europa, la ricerca dei fondamenti di un nuovo modo di guardare le cose emerge fra quattro personaggi. Che è sempre la stessa. Ogni cittadino in ogni città di tutta Europa. Altri prima di noi ci hanno pensato e hanno fatto incidere sui frontoni parole che hanno ancora un significato. C’è, nel profondo di ognuno di noi, un’energia che fa di ogni mattina un giorno nuovo.

Le mostre partner 

PALAZZO DEI MUSEI
via Spallanzani, 1

Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi – Fino al 25 febbraio 2024
A cura di Ilaria Campioli
Fin dagli esordi, Luigi Ghirri manifesta un forte interesse verso la natura, della quale non manca di cogliere e mettere in luce le numerose contraddizioni. La mostra espone alcuni suoi importanti lavori nei quali Ghirri invita a riflettere sull’elemento naturale e sulla necessità di una sua ricollocazione all’interno del nostro orizzonte percettivo. Significativa, in tal senso, la serie Colazione sull’erba (1972 – 1974), che opera una potente riflessione sulla trasformazione della natura in puro elemento decorativo, e Un piede nell’Eden (1984 – 1988) i cui soggetti – parchi e giardini d’Italia e d’Europa – ci invitano a riflettere sull’antropizzazione della natura e sulla conseguente progressiva scomparsa dalle aree verdi alle porte delle città.

Giovane Fotografia Italiana #10  | Premio Luigi Ghirri 2023
Appartenenza
A cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi
Giovane Fotografia Italiana #10 | Premio Luigi Ghirri 2023 è il progetto del Comune di Reggio Emilia che valorizza i talenti della fotografia italiana under 35. La mostra collettiva dei sette artisti, selezionati tramite una open call da una giuria internazionale – Eleonora Agostini, Andrea Camiolo, Sofiya Chotyrbok, Davide Degano, Carlo Lombardi, Giulia Mangione, Eleonora Paciullo – ruota attorno al tema Appartenenza, declinato in sfumature diverse: dall’inclusione in una comunità “chiusa”; fino alla spinta ad aderire a nuove forme di collettività sulla base di scelte valoriali.

SPAZIO GERRA
piazza XXV Aprile, 2  

Roberto Masotti. You Tourned the Tables On Me
A cura di Silvia Lelli
Un tavolino attraversa per otto anni diversi paesi europei e insieme ad esso un fotografo, Roberto Masotti, che ostinatamente si è proposto di ritrarre, nel loro perenne nomadismo, i protagonisti della musica contemporanea internazionale degli anni ‘70, una scena particolarmente vitale e ricca di sperimentazione. In questa serie di ritratti il tavolino assume la valenza di un palcoscenico su cui ognuno dei musicisti ha la possibilità di mettere in scena se stesso, in molti casi con il medesimo spirito di sperimentazione che lo caratterizza nella musica. 
A un anno dalla scomparsa di Roberto Masotti e in occasione della riedizione del volume (presso l’editore Seipersei) la serie You Tourned the Tables On Me viene riproposta a Spazio Gerra nel suo insieme di 115 ritratti dei più noti musicisti contemporanei di tutto il mondo, tra cui John Cage, Philip Glass, Brian Eno, Steve Reich, Michael Nyman, Demetrio Stratos e molti altri, e completata da diversi materiali video e sonori.

BIBLIOTECA PANIZZI
via Farini, 3

Flashback. L’Europa nello sguardo dei fotografi del 2007 
A cura di Monica Leoni ed Elisabeth Sciarretta (fino al 10 settembre 2023)
La fototeca della biblioteca Panizzi partecipa con una selezione del festival di Fotografia Europea del 2007, edizione anch’essa incentrata sul tema dell’Europa, in rapporto con le sue città, realtà già allora in fermento ed in forte evoluzione. In quella occasione molti degli autori invitati avevano considerato, quale focus della loro ricerca, le relazioni tra le persone, abitanti più o meno consapevoli o di passaggio delle città stesse, la loro assenza e la loro complessità. Un tema che, riproposto a distanza di oltre 15 anni, può essere fonte di nuove considerazioni sul nostro recente passato.

ALTRI DETTAGLI E PROGRAMMA COMPLETO: FOTOGRAFIA EUROPEA 2023

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